venerdì 12 novembre 2010

Anche i PARLAMENTARI…devono!


Per mesi dal Governo abbiamo sentito che la situazione economica italiana non era compromessa al punto da rischiare una seria recessione, nonostante economi di non dubbia fama abbiamo sempre messo in risalto il pericolo evidenziando che i conti non ci permettevano lassismi.
Ora, dopo mesi di verità nascoste, viene inevitabilmente a galla il buco finanziario di 25 mld di Euro e il Governo si affretta a propinarci il conto motivandolo come una disposizione europea per uscire dalla crisi ed è pertanto indispensabile che i conti dello Stato rientrino altrimenti il rischio recessione è alle porte e allora la domanda è lecita “ma se fossero intervenuti prima, quando, in più momenti venne fatta emergere l’emergenza, il debito non si sarebbe potuto arginare ad una cifra inferiore?”, ovviamente si e non occorre essere matematici o economi per capirlo.
A questo punto, il Ministro del Tesoro Tremonti coadiuvato dai suoi colleghi del Governo si mette al lavoro per trovare la soluzione atta a ricuperare questa somma che è persino più elevata dell’ultima finanziaria che era di circa 9 mld di Euro e…con un colpo di genio decidono che è arrivato il momento di tagliare la spesa pubblica, bene...si tasseranno i Parlamentari e ridurranno gli sprechi, ma ché abbiamo capito…no, si tasseranno i dipendenti pubblici perché hanno notoriamente fama di guadagni milionari e devono tirare la cinghia…per i politici è sufficiente una piccola percentuale per far vedere che anche loro collaborano…
Io e un collega (il cui nome, per diritto di cronaca, è Luigi PITOLLI) avremmo pensato una piccola proposta (da inserire nella Costituzione, ovviamente) che nel suo piccolo può fare tanto…una bella legge in cui si regolamenta lo stipendio dei Parlamentari.
Lo stipendio base deve essere allineato a quello degli Eurodeputati, i rimborsi a piè di lista, i voli sempre low-cost e gli aerei di Stato solo per le cariche istituzioni e per motivate esigenze di Servizio, etc…
Poi, per non rendere tutto troppo “amaro”, si potrebbe pensare a una “provvigione” per ogni parlamentare che può essere intorno allo 0,1-0,5% delle entrate fiscali (così andrebbe a svantaggio di tutti votare un condono) e, su questa, una tantum fissa del 20% in caso di emergenza all’estero ma una fissa del 50% in caso accada in Italia.
E’ una goccia nel mare ma è pur sempre un inizio…

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